Come accennato nell’articolo precedente l’idea di applicare il design e i suoi principi guida ad ambiti estranei alla produzione di prodotti e servizi nasce in Finlandia negli anni ’90 con il nome di visual contract, ma viene rielaborata e sistematizzata a partire dal 2013 dal Center on the Legal Profession della Stanford Law School e l'Institute of Design dell’Università di Stanford.
In quell’anno viene fondato il Legal Design Lab su impulso principalmente di Margaret Hagan, che oggi ne è Executive Director, e del suo team.
A loro si deve l’avvio del Program for Legal Tech & Design, che attraverso corsi interdisciplinari si propone di integrare il "pensiero progettuale" nel curriculum degli studenti, permettendo loro di sperimentare attraverso la realizzazione di specifici progetti come il design può rendere i servizi legali più fruibili, utili e coinvolgenti e come sia possibile “adottare un approccio creativo, sperimentale e incentrato sull'utente al modo in cui forniamo servizi legali”.
Nel suo e-book, Law by Design (https://lawbydesign.co) del 2014 propone il processo di progettazione legale articolandolo in cinque fasi: 1. Identificazione dei soggetti coinvolti, in primis gli utenti del servizio/prodotto legale in questione 2. Individuazione dei problemi affrontati dagli utenti e delle motivazioni che muovono questi ultimi 3. Sviluppo di una pluralità di soluzioni attraverso l’impiego di varie tecniche, tra cui il brainstorming; la pluralità di soluzioni è favorita, se non resa possibile dalla partecipazione al processo di una molteplicità di professionalità, portatrici di punti di vista anche molto diversi tra loro 4. Messa in atto delle varie soluzioni proposte per verificare quali di esse possono funzionare 5. Sviluppo del prototipo in risposta ai feedback ricevuti in situazioni reali.
Più sotto l’illustrazione grafica del processo
Si tratta in sostanza dell’approccio del design incentrato sull'uomo (human centered design) applicato al mondo del diritto. “Così come puoi pensare come un avvocato, puoi pensare come un design”.
Gli obiettivi del legal design
Quali sono gli obiettivi specifici del legal design?
Secondo Hagan e il Lab i possibili obiettivi sono tre:
-Ottenere miglioramenti "incrementali" nel breve termine e cambiamenti "rivoluzionari" nel lungo termine dei prodotti/servizi offerti dai professionisti legali
-Migliorare del front-end e back-end del sistema (gestionale) legale per facilitare l’uso e migliorare gli strumenti e le interfacce (digitali) che le persone utilizzano in internet quando cercano informazioni legali.
- Aiutare coloro che non hanno una formazione giuridica a essere più accorti, più responsabilizzati e in controllo della complessità delle questioni legali che li riguardano e delle leggi loro applicabili.